venerdì 3 agosto 2012

SPECIALE ARTE E SPORT LONDRA 2012. Dal medioevo alle Olimpiadi: dalla scherma la metà del medagliere azzurro

La scherma continua a rimpinguare il medagliere italiano. Dopo l’oro del fioretto femminile a squadre delle ragazze del podio individuale, che ha permesso a Valentina Vezzali di diventare l’atleta italiana con il maggior numero di medaglie vinte ai Giochi, nove (superata l’altra jesina della scherma, Giovanna Trillini, che si è fermata a otto), è la volta della sciabola a squadre maschile che ha conquistato il bronzo contro la Russia, dopo aver perso in semifinale con la Corea del Sud, poi vincitrice dell’oro a scapito della Romania. Diego Occhiuzzi (argento nell’individuale), Aldo Montano e Luigi Samele (che nella finale per il terzo posto ha sostituito Luigi Tarantino, alla sua ultima competizione) hanno così conquistato la sesta medaglia della scherma, la dodicesima per il medagliere azzurro.
L’Italia era arrivata in semifinale dopo aver battuto la Bielorussia grazie all’impresa di Montano, giunto a Londra con un taglio di capelli quanto meno originale: God save the Queen è la scritta che si è fatto fare dietro la testa. Il livornese, all’ultimo assalto dei quarti di finale, sotto 36-40 è riuscito a vincere 45-44.
Una tradizione lunghissima quella della scherma che nel Medioevo comprendeva tutte le tecniche di offesa e di difesa antecedenti la scoperta della polvere da sparo. L’addestramento marziale comprendeva infatti tutte le forme di combattimento: a piedi e a cavallo, dalla lotta a mani nude all’utilizzo di tutti i tipi di armi bianche, così definite in contrapposizione alle armi da fuoco, dette nere (da Il gioco e lo sport nelle arti pittoriche. Dalle origini all’Ottocento di Tiziana Pikler).


Due schermidori con spada e brocchero.
Illustrazione del XIII secolo
(Royal Armouries, Leeds)


Nessun commento:

Posta un commento