Con due soli italiani approdati agli ottavi di finale degli Internazionali BNL d’Italia, Flavia Pennetta e Andreas Seppi, sono ben cinque invece le coppie azzurre in lizza per un posto nei quarti di finale: Gianluca Naso e Filippo Volandri, Daniele Bracciali e Andreas Seppi, Sara Errani e Roberta Vinci (tds n. 3), Maria Elena Camerin e Karin Knapp, Flavia Pennetta e Francesca Schiavone.
Una delle prime rappresentazioni artistiche dello sport della racchetta è proprio legata alla specialità di coppia. L’olio su tela di Gabriel Bella, “Il gioco della racchetta”, risale infatti al settecento veneziano (ante 1782).
Il gioco del tennis è arrivato a Venezia nel 1595 ed era praticato in diversi luoghi, chiamati “racchette”: se ne ricordano in calle dei Botteri a Rialto, ai Birri per i patrizi “prima di metter veste”, cioè prima dei 25 anni, età dell’ingresso “in Maggio Consiglio”, in calle lunga verso S. Felice “per la gente ordinaria”. Le racchette veneziane sono state utilizzate anche da due futuri imperatori, Carlo VI e Carlo VII.
Un tennista famoso dell’epoca era Pasquale Cicogna, direttore della racchette delle Fondamente Nove, dove vi era “gran concorso di nobiltà e forastieri, massime nella stagione estiva, con sfide e partite anche di molti denari”.
Le palline di panno blu, orlate di rosso, che venivano consegnate ai giocatori per ogni partita, cioè quattro giochi, si pagavano venti soldi la dozzina: era il nolo che consentiva l’accesso al campo (da "Il gioco e lo sport nelle arti pittoriche. Dalle origini all'Ottocento" di Tiziana Pikler).
Gabriel Bella Il gioco della racchetta olio su tela, 96,5x149 Fondazione Querini Stampalia (VE) |
Particolare |
Filippo Volandri e Gianluca Naso |
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